Prestito Sociale Coop: Caratteristiche e Rischi
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Il prestito sociale è una possibilità di raccogliere denaro destinato allo sviluppo dell’impresa che tutte le cooperative hanno, inclusa Coop, che molti di noi attualmente conoscono per via della catena alimentare di supermercati distribuiti su tutto il territorio. I soldi depositati dai soci Coop nel corso del tempo hanno creato un solido fondo economico, destinato a sua volta, come dicevamo in precedenza, al finanziamento di attività di sviluppo della cooperativa stessa o di attività appartenenti ad altri soci.
Tutti possono diventare soci di Coop, tuttavia i prestiti sociali rilasciati sono destinati soltanto a lavoratori autonomi ed imprenditori, facendo quindi rimanere esclusi i privati cittadini. Sono sempre di più le persone che scelgono di diventare parte del grande gruppo alimentare proprio per ottenere molti vantaggi in maniera completamente legale; oltre alla possibilità di chiedere finanziamenti sono infatti presenti altri servizi aggiunti.
Prestito Sociale Coop: caratteristiche principali
Come vi dicevamo, per poter richiedere un finanziamento a Coop per la propria impresa, è necessario innanzitutto diventarne soci. Il nominativo di socio viene concesso a tutti coloro che ne prendono parte tramite l’acquisto di una quota a fondo perduto. Possiamo considerare la quota a fondo perduto come una piccola parte dell’azienda che diventa completamente di nostro possesso, ma che in questo caso non avremo il diritto di rivendere a parti esterne.
Così facendo Coop riesce a trarre un guadagno, stiamo parlando infatti di un ammontare massimo per socio di ben 72.000, che dovranno essere adoperato per lo sviluppo dell’impresa stessa. Questo significa che i soldi utilizzati per la compravendita della quota non finiranno nel patrimonio dei dirigenti dell’impresa, bensì verranno in piccola parte reinvestiti nelle sue esigenze. La parte restante verrà invece conservata in un apposito fondo destinato alle esigenze di tutti i soci.
Prima di andare avanti però, è importante ricordare che la quota acquistata renderà un rendimento annuo, a seconda ovviamente dell’andamento economico dell’attività stessa. Dopo aver acquistato una quota aziendale, ed essere dunque diventati soci, è possibile richiedere un finanziamento per la propria impresa, che verrà sottratto al fondo destinato esclusivamente ai soci di cui abbiamo accettato. Essendo un finanziamento avvenuto tra soci, il tasso annuo di interesse non potrà mai superare il 4,5%. Senza ombra di dubbio un tasso molto vantaggioso, soprattutto se confrontato a quanto proposto da banche e istituti finanziari indipendenti.
Vantaggi del socio prestatore
Il socio prestatore, ovvero l’imprenditore che decide di prestare inizialmente denaro a Coop tramite l’acquisto di una quota non rivendibile sul mercato, avrà moltissime vantaggi a propria disposizione, che vanno ben oltre la possibilità di richiedere un finanziamento per la propria attività. Innanzitutto potrà contare sulla trasparenza economica della catena aziendale, che tenendo presente la sua posizione di socio, sarà obbligata ad informare continuamente circa l’andamento economico dell’attività, gli ultimi investimenti effettuati, e molto altro ancora.
Successivamente il socio prestatore potrà prendere parte ad iniziative collettive in grado di produrre profitto, ricevere sconti in negozio e buoni alimentari. Qualora la catena decidesse infatti di estendere maggiormente le proprie sedi fisiche, il socio prestatore contribuendo economicamente all’operazione, avrà diritto ad una rendita di profitto. Infine troviamo il costo della tenuta di posizione, completamente gratuito. Dopo aver acquistato la quota societaria, il socio non dovrà più impegnarsi economicamente verso l’azienda, bensì affronterà un’unica volta una quota forfettaria di cinque euro. Non è però tutto oro ciò che luccica, andiamo a vedere insieme anche i rischi del prestito sociale Coop.
Prestito sociale Coop, tutti i potenziali rischi
Molto spesso il prestito sociale Coop viene definito un investimento senza rischi, tuttavia non è affatto così, e per comprendere appieno quali essi siano dobbiamo analizzare la situazione nel suo insieme. Innanzitutto i prestiti sociali, a differenza di quelli depositati su fondo bancario, non godono di alcuna garanzia offerta legalmente dallo Stato. Qualora infatti un istituto di credito dovesse fallire, il prestante avrà diritto al rimborso massimo di 100.000 euro in relazione a quanto depositato.
Situazione totalmente differente in questo caso, in cui non vi è alcuna tutela giudiziaria. Qualora Coop dovesse improvvisamente cadere in fallimento, i soci non potranno fare appello per riavere indietro quanto investito, se non tramite un accordo privato svolto con l’azienda stessa, assente però nella stragrande maggioranza dei casi.
Come fare quindi a scongiurare i rischi? Semplicemente analizzando lo storico dell’attività in questione ed i suoi movimenti finanziari nel corso del tempo. Tuttavia anche in questo caso potrebbero apparire improvvisamente situazioni di grande difficoltà difficilmente calcolabili. Un episodio accaduto nel 2014 proprio a Coop i cui gestori finanziari, tramite una serie di investimenti sbagliati, hanno bruciato le quote di più di 20.000 soci, per un totale di 100 milioni di euro. Ovviamente la cooperativa ha provveduto alla restituzione immediata pur di evitare uno scandalo mediatico potenzialmente distruttivo, tuttavia l’episodio dovrebbe farci riflettere attentamente prima di mettere mano al portafoglio.