Introduzione
Quando si sottoscrive un’assicurazione per danni fisici si vuole anche capire quanto quest’ultima pagherà le lesioni subite. Per capirlo bisogna valutare tutte le situazioni caso per caso. La ferita subita viene sempre esaminata da un medico legale. Quest’ultimo dovrà accertare l’entità della lesione e chiarire la sua natura: sarà permanente oppure temporanea? Una volta che viene svolta un’adeguata analisi della ferita, si passa a esaminare tutta la documentazione sanitaria. Quest’ultima dovrebbe essere in linea con quanto confermato dalla prima fase della diagnosi.
Successivamente egli parla di nuovo con il soggetto che ha richiesto il risarcimento danni fisici. Solo dopo il medico legale può effettivamente determinare tutti i parametri di obbligatoria conoscenza affinché l’assicurazione possa in effetti interventi. A egli spetta la determinazione del periodo di malattia dell’assicurato e la percentuale di danno permanente. Quest’ultima dev’essere determinata ai fini della copertura assicurativa offerta. Una volta stabiliti tutti questi fattori interviene l’assicurazione elargendo all’assicurato una certa somma. L’entità della stessa viene prevista dal contratto.
Come funziona il risarcimento danni per inabilità?
Innanzitutto bisogna specificare che l’inabilità può essere di tipologie differenti: totale, permanente oppure temporanea. L’inabilità temporanea viene indicata dalla sigla IT e può a sua volta distinguersi in quella totale o in quella parziale.
L’inabilità temporanea totale viene indicata dalla sigla ITT e contraddistingue quelle situazioni in cui il soggetto diventa letteralmente impossibilitato a svolgere un qualsiasi tipo di attività tra quelle che svolgeva in precedenza. Si tratta, dunque, di una tipologia d’inabilità che rende il soggetto incapace di fare qualsiasi cosa. La maggior parte delle persone con questo grado d’inabilità non riescono a fare nemmeno le azioni più piccole della loro vita quotidiana. Non bisogna confondere l’TT con l’inabilità temporanea parziale. Quest’ultima viene definita dalla sigla ITP ed è attiva unicamente quando l’inabilità è attiva solo in un certo periodo.
Al fine di risarcimento è fondamentale calcolare con precisione la percentuale d’inabilità. Più sarà grande questa percentuale e maggiore sarà il risarcimento. Ovviamente, il rimborso per questo genere di danni dipende in gran lunga dall’azienda assicurativa a cui ci si rivolge, ma è anche verso che esiste una Tabella unica nazionale che definisce il valore minimo dei rimborsi. Così, nel caso d’inabilità temporanea assoluta all’assicurato vengono previsti 46 euro ogni giorno per tutte le lesioni micropermamenti che interessino meno del 9% dell’area del corpo. Nel caso delle lesioni macropermanenti o di quelle gravi, il prezzo del rimborso aumenta e si parla di un totale che spazia dai 96 ai 145 euro.
Per i casi d’inabilità temporanea parziale, il grado relativo alla lesione viene espresso in percentuali fisse. Si parla del 25%, 50% o del 75%, a seconda dei casi. Allo stesso modo, per ogni percentuale d’inabilità viene fornito un certo risarcimento calcolato al giorno: sono 35 euro per il 75%, 25 euro per il 50% e 11 euro per il 25%.
Come funziona il risarcimento l’invalidità permanente?
La copertura per l’invalidità permanente è differente rispetto a quella per l’invalidità temporanea. In questo caso il valore della quota di rimborso varia a seconda della percentuale di danno, a sua volta stabilita dal medico. Il risarcimento è sempre superiore ai casi previsti dall’inabilità temporanea. Anche in questo vale un po’ la “solita” regola: maggiore sarà la percentuale e maggiore sarà il risarcimento. Non ci sono valori fissi e, in generale, l’entità dell’invalidità permanente può variare dall’1% (per esempio, se a essere inabile è un dito) fino al 100% (in questo caso si parla del completo stato vegetativo).
Un danno permanente al ginocchio viene calcolato con una percentuale che spazia dal 3% al 5%. Le perdite anatomiche sono quelle più gravi e vengono rimborsate nel modo migliore. Per “perdite” anatomiche s’intendono danni permanenti agli arti, come la loro perdita. Lo stesso riguarda anche le orecchie o gli occhi. Per esempio, perdere un occhio corrisponde all’incirca al 40% d’invalidità, mentre la perdita di un arto è pari a circa 60% d’invalidità.
A stabilirlo è sempre il medico. Nel caso la percentuale d’invalidità fosse compresa tra l’1% e il 9%, interverrebbe la Tabella Unica Nazionale per tutte le lesioni di entità piuttosto bassa. Qualora la percentuale d’invalidità fosse compresa tra il 10% e il 100%, si prenderanno in considerazione i valori riportati dai Tribunali di Roma e Milano per quanto riguarda le lesioni gravi e i danni macropermanenti.
Il calcolo di risarcimento: ecco come funziona
A stabilire l’entità dei danni fisici è sempre il medico. Egli, però, indica semplicemente una percentuale. Quest’ultima viene successivamente “tradotta” in un certo rimborso in termini di denaro. Molto dipende anche da fattori cosiddetti secondari, come l’età del danneggiare. Maggiore sarà la sua età e minore sarà il rimborso.
Quindi, dei soggetti di 30 anni, con il 50% d’invalidità permanente, saranno rimborsati meglio degli individui di 70 anni con il 50% d’invalidità permanente. Il motivo alla base di tale considerazione è che il giovane dovrà sopportare i problemi legati alla menomazione per un periodo decisamente più lungo rispetto a un soggetto vecchio. Fino a 9 punti d’invalidità permanente questa regola non vale e si applicano dei valori fissi per il rimborso. I rimborso giornaliera è sempre pari a 47 euro, mentre il punto base ha un valore di 814 euro. In generale, il punto base diminuisce in relazione all’età e aumenta con l’aumentare della percentuale d’invalidità permanente.