Prestito Infruttifero Tra Familiari o Amici | Significato e Caratteristiche
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Il prestito infruttifero è un’opportunità che possono sfruttare amici e parenti per scambiarsi soldi. Si tratta di un movimento legale, il suo scopo è quello di evitare accertamenti fiscali ma anche eventuali sanzioni. Scopriamo come funziona e quali forme sono ammesse in Italia.
Prestito infruttifero: le caratteristiche generali
Il prestito infruttifero è diverso dagli altri tipi di prestito. Questo, infatti, non prevede l’applicazione di un tasso di interesse sulla somma che viene data, inoltre, ciò può avvenire solo tra coloro che si conoscono e hanno una forma di parentela o amicizia. Tale scambio di denaro non essere utilizzato abitualmente ma vale solo per alcune circostanze specifiche.
Il prestito infruttifero, come possiamo capire, funziona solo tra privati che si conoscono, comporta comunque la restituzione di ciò che viene dato, che siano rate o un’unica soluzione, ma non vi è applicazione di interessi. Per avviare tale procedura è necessario seguire delle regole ben precise. Solo così non si potrà ricadere in controlli o sanzioni da parte delle autorità fiscali. Non è raro, infatti, che la legge presti maggiore attenzione alla circolazione di denaro cosiddetto sporco e non permetta maggiore tolleranza, come accadeva fino a qualche anno fa.
Pertanto è importante eseguire ogni passaggio con precisione e operare sempre nel rispetto della legge. L’Agenzia delle Entrate può contestare, in presenza di un prestito non conforme, la violazione delle norme antiriciclaggio, l’usura, la mancanza di una causale nel caso di dazione. Se i primi due casi sono dei reati veri e propri, nell’ultimo si rischia soltanto una sanzione economica relativa alla mancata dichiarazione dei guadagni derivanti dall’erogazione di denaro.
Prestiti infruttiferi: come funzionano
I prestiti infruttiferi non avvengono tutti allo stesso modo. Infatti si può scegliere la forma più conveniente in base alla cifra da erogare. Ovviamente non è necessario avvalersi di intermediari finanziari come banche o altri istituti di credito. Il tutto, infatti, si svolge privatamente e, a volte, con l’aiuto di un legale.
È possibile optare per una scrittura privata o epistolare, cambiali o bonifici con causale certa. In questo articolo andremo ad esaminare tutte le possibilità in modo da fare maggiore chiarezza sulla questione e non sbagliare in alcun modo.
Prestiti infruttiferi: la scrittura privata e lo scambio epistolare
La scrittura privata è un mezzo molto utilizzato per formalizzare degli accordi tra privati, soprattutto, di natura economica. Questa condizione è in grado di tutelare entrambe le parti che desiderano fissare delle condizioni ben precise per il loro prestito. Grazie alla scrittura privata è possibile riconoscere il debito e fissare tutte le condizioni valide per la restituzione. Con questa ci si può tutelare contro qualsiasi azione che l’Agenzia delle Entrate può porre in essere e, quindi, dimostrare che il tutto si è svolto correttamente. Infatti si tratta di una vera e propria prova da mostrare all’ente fiscale nel caso di verifiche.
Il contratto di prestito, quindi, è finalizzato a dimostrare l’assenza di interessi sul denaro prestato e che il tutto si è svolto correttamente. È bene, però, provvedere alla registrazione del contratto, quindi, pagare 16 euro per ogni facciata del contratto e applicare un’imposta di registro che vale il 3% dell’importo su contratto. Tale tassa bisogna pagarla entro 20 giorni dalla stipula. Inoltre è importante indicare sempre, sul foglio, tutti i dati anagrafici relativi ai sottoscrittori, la cifra, la data di firma e la durata del prestito e come avverrà il rimborso.
Ogni scrittura privata che corrisponde ad un prestito infruttifero deve avere come indicazione “contratto di mutuo redatto secondo le norme di cui all’articolo 1813 del codice civile e seguenti”. Qui vengono indicate anche le garanzie correlate al prestito, quindi, le ipoteche e la finalità. Infine bisogna specificare sempre la sua natura, cioè, quella di prestito infruttifero.
Se, invece, si vuole ottenere un prestito mediante corrispondenza, allora, è possibile farlo. Si tratta di un prestito infruttifero definito epistolare. Corrisponde ad un contratto scritto, firmato da entrambe le parti, ma che richiede maggiore dispendio di tempo. Infatti bisogna attendere i naturali tempi che regolano la corrispondenza. In tal caso non è necessario procedere alla registrazione e pagare imposte al fisco.
Prestito infruttifero: le cambiali
Il prestito infruttifero tra parenti e amici, può avvenire anche attraverso delle cambiali tradizionali. Tale titolo di credito può essere compilato e dato al creditore. È importante sapere, però, che è necessario pagare un’imposta di bollo pari al 12 per mille dell’importo totale. La cambiale è davvero conveniente in caso di debito insoluto. Infatti alla scadenza è possibile avviare direttamente un’azione esecutiva contro il debitore e recuperare il denaro.
Prestiti infruttiferi: il bonifico
Infine è bene valutare anche la soluzione bonifico bancario. Questa eventualità permette di dare ad un parente, oppure, ad un amico, una certa somma di denaro attraverso un’operazione bancaria tracciabile. Non esiste una formula precisa per eseguire un prestito infruttifero in tal modo ma, va detto, è bene indicare nella causale tutte le informazioni relative ai motivi del trasferimento.
Prestiti infruttiferi: cosa succede se non si restituisce il denaro?
Se il prestito non viene rimborsato nel tempo stabilito è possibile interpellare il giudice e, quindi, chiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo utile per avviare un’azione esecutiva. Se il debitore, dopo 40 giorni da tale azione, non paga e non ha fatto opposizione, allora, si procede all’esecuzione forzata e al pignoramento in tutte le sue forme.
Il prestito infruttifero, come abbiamo potuto comprendere, è una forma sicura da avviare quando si parla di amici e parenti. Permette, se ben regolato, di scambiare denaro e di non applicare tassi di interesse che possono risultare anche esagerati. È bene, però, tutelarsi contro ogni azione che il fisco può porre nei confronti dei contraenti.